Teatro

Lutto per la morte di Mario Maranzana

Lutto per la morte di Mario Maranzana

Malato da tempo, Mario Maranzana si è spento l’11 gennaio 2012 a Roma (dove viveva) all’età di 81 anni.
Amante della vita e generoso, è stato nel mondo dello spettacolo italiano a partire dagli anni ’50.
Il celebre attore, nato a Trieste (città che ha sempre avuto nel cuore e che nel marzo 2005, per mano del Sindaco Roberto Dipiazza gli aveva conferito il sigillo trecentesco della città), ma veneziano di origine (come lui amava ricordare, riflettendo sul grande drammaturgo Carlo Goldoni nato a Venezia, che lui adorava), era venuto al mondo il 14 luglio 1930. Dopo gli studi classici e universitari (Giurisprudenza), nel 1954 si era diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, debuttando, poi, nella compagnia di Vittorio Gassman con “Kean” ed “Edipo re” e proseguendo la sua carriera artistica con compagnie di primaria importanza a fianco di attori quali Memo Benassi, Salvo Randone, Cesco Baseggio, Sergio Tofano, Gino Cervi, Alberto Lupo ed attrici come Wanda Capodaglio, Anna Proclemer, Elsa Merlini, Andreina Pagnani e Lilla Brignone. Tra i registi da cui è stato diretto ci sono, tra gli altri, Giorgio Strehler, Luchino Visconti, Orazio Costa e Mario Missiroli.
Tra gli autori di cui ha interpretato i testi ci sono Shakespeare, Molière, Pirandello, Svevo, Ibsen, Shaw, Cechov, Flaiano e Fabbri. Nel 1959 ha ricevuto il suo primo premio: il premio San Genesio per l’interpretazione, come attore non protagonista, in “I diari di Bertoli” diretto da A. Bonucci. Nel 1961 ha ottenuto un successo personale di pubblico e di critica nella commedia di Achard "L'idiota" diretto da Silverio Blasi, a fianco di Paolo Ferrari ed Ornella Vanoni. Nel 1966 era stato diretto da Giorgio Strehler in “L’anima buona del Sezuan” di B. Brecht.
Ha collaborato con vari Teatri Stabili, tra cui quello del Friuli Venezia-Giulia e quello dell'Aquila.
In anni più recenti, Maranzana ha ottenuto un certo successo con la pièce “Bella figlia dell’amore (Quartet)” di R. Harwood, diretto da P. Rossi Gastaldi, in compagnia di Anna Proclemer, Lauretta Masiero e Mino Bellei (2001).
Una delle ultime pièces interpretate è "Allora io", scritta da egli stesso (2010)

La sua attività si è svolta in teatro, cinema, tv, doppiaggio (per la CVD ha doppiato molti film di registi del calibro di Visconti, Fellini, Kubrik, Antonioni; per esempio, ha doppiato Leonard Rossiter nel ruolo del Capitano John Quin di “Barry Lindon” di Stanley Kubrick, 1975 e Kenneth Mars nel ruolo del’ispettore Kemp in “Frankenstein junior” di Mel Brooks, 1974) e, cosa comune per gli attori della sua generazione, ha lavorato anche alla radio, sia come conduttore che nei radiodrammi. Non si è fatto mancare l’attività registica e neanche una grande attività culturale che solo i grandi attori ottocenteschi hanno saputo sfruttare, cioè i seminari sui grandi autori (Carlo Goldoni, Luigi Pirandello, Italo Svevo, Anton Cechov, Henrik Ibsen, Dino Campana, le laudi umbre e Jacopone da Todi, Curzio Malaparte e Giacomo Leopardi) tenuti presso università italiane, francesi, spagnole, slave, canadesi e australiane. E’ molto celebre all’estero grazie a quelle tournée di lettura-lezione dei classici italiani (ha fatto una “lettura” della “Divina Commedia” di Dante Alighieri prima ancora che in Italia esplodesse il fenomeno Benigni) e della vita di artisti che hanno reso grande l’Italia (come Giuseppe Verdi) che, recentemente, lo avevano portato oltre che negli Istituti di Cultura Italiana all’estero (come per esempio in Canada), anche a lavorare per un anno a Shangai.
Come regista teatrale ha messo in scena opere di Cechov, Pirandello, Svevo, Cacho Millet, oltre che drammaturgie scritte da egli stesso. Tra le pièces di cui ha curato la regia, per esempio, c’è “I giganti della montagna”, di Pirandello, interpretato, tra gli altri, da lui e Ileana Ghione, prodotto dal Teatro Ghione nel 1999.
In campo cinematografico, ha alternato grande e piccolo schermo.
In tv ha partecipato a circa 70 sceneggiati.
Celeberrima rimane la sua interpretazione del Brigadiere Lucas nella serie tv “Le inchieste del commissario Maigret” (1964 – 1972), a fianco di Gino Cervi, regia di Mario Landi.
Bravo caratterista, negli anni ’60 ha lavorato nei film di Marcello Ciorcioli, con la coppia Franco e Ciccio, come ad esempio, in “Ciccio perdona … io no!” e “I nipoti di Zorro” (entrambi del 1968).
Del 1964 è la sua partecipazione a "Il giornalino di Gian Burrasca", regia di Lina Wertmuller.
Ha affrontato vari tipi di genere cinematografico, dal western (uno dei primi film che ha interpretato è “Le due facce del dollaro” di Roberto Bianchi Montero, 1967) all'erotico. Tra le sue pellicole scollacciate ci sono “La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono” (1973) di Mariano Laurenti e "La pretora" (1976), regia di Lucio Fulci, entrambi con Edwige Fenech,
E’ da ricordare la sua partecipazione anche in “Good bye Mister Chips”, regia di Herbert Ross (1969), "Rosolino Paternò Soldato" di Nanni Loy (1970), “Peccato d’amore” (1973) di Robert Bolt, "La Pupa del Gangster" di Giorgio Capitani (1975, in un cast che annoverava anche Sofia Loren e Marcello Mastroianni), "La Cicala" di Alberto Lattuada (1980), “La vera storia della Signora delle Camelie” (di M. Bolognini, 1981, in cui interpretava Dumas padre), "La Bohème" di Luigi Comencini (1988), "La Via degli Angeli" di Pupi Avati (1999), "Terapia Roosevelt" di Vittorio Muscia (2006) e, recentemente, "L'uomo Nero" di Sergio Rubini (2009).
E poi ancora, qualche episodio di “D’Artagnan” (1969 – 1970), Nero Wolfe (1971) e la miniserie tv “Puccini” (1973, in cui interpretava Giuseppe Giacosa) di Sandro Bolchi. Tra le fiction tv più recenti, “I ragazzi della 3° C” (1987), “Dio ci ha creato gratis” (1999), di Angelo Antonucci e “Lo zio d’America” (2002).
Alla radio ha partecipato a più di 30 radiodrammi e, tra le trasmissioni, è da ricordare “Voi e io”, di cui è stato autore e conduttore. Ha anche ideato e condotto rubriche culturali come: "Quinta parete", "Giochiamo con la storia", e "Storia del Mediterraneo".
Non secondaria, nell’ambito della sua carriera, è stata infine l’attività di scrittore. Oltre ad essere stato l’autore di testi per la radio e per la tv, ha scritto nel 2000, il libro “Esilio infantile”, in cui rievoca con commozione l’infanzia e l’adolescenza nella sua Trieste attorno agli anni della Seconda Guerra Mondiale.
Ha scritto ben 19 commedie, tra cui “Santa opera buffa” (1995). Con il lungo monologo “Roma de’ Papi e de’ Comedie. Come andare da Venezia a Parigi passando per Roma. Emigrazione di un commediografo gentiluomo”, un adattamento teatrale dei “Mémoires” di Carlo Goldoni, ha debuttato al Teatro Ghione di Roma e poi lo ha portato in tournée in Italia, Istria, Canada, Australia e lo ha pubblicato nel 2000. Goldoni è stato presente spesso nelle sue drammaturgie; Maranzana gli ha dedicato anche “L’amico raguseo”, “Il tempo di Goldoni” e “Ma vie n’est pas importante” (per il Festival di Avignone).
Tre delle sue commedie hanno vinto importanti premi:
• “Fuga a due voci”, sul terrorismo, ha vinto il Premio Pirandello;
• “L’esame di maturità” sulla riforma scolastica, ha vinto il Premio Betti;
• “La malattia del vivere” sulla riforma sanitaria, ha vinto il Premio ID.
Quest’ultimo è divenuto un film per la tv ed è stato premiato alla mostra del cinema di Venezia del 1985.
Mario Maranzana nel 1999 era stato nominato Grande Ufficiale  al Merito della Repubblica Italiana e, poi, nel dicembre 2005 su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri era stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana.